Durante le recenti fasi di ricerca storica condotta dal comune di Urbania negli apparati scenografici del
Teatro Bramante, sono venuti alla luce dieci disegni inediti di Tancredi Liverani riferibili a dieci diverse
vedute della città di Urbania.
Esercizi di paesaggio datati 1852 che documentano una città dal prospetto quasi perduto.
I disegni fanno parte dei taccuini di studio e progetto di Tancredi Liverani ed in modo particolare dell’Album
di Vedute Tomo Quar[a]ntesimo e Vedute e bozzetti scenografici Tomo settimo ora conservati alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma.
Sono disegni realizzati con matita, penna, inchiostro grigio acquerellato e sia il titolo che la datazione si ricavano dalla nota manoscritta dell’autore sul verso della tavola precedente.
I dieci fogli raccontano una città differente da quella attuale, fatta di porte, di ponti e di linee che armoniosamente accompagnano il corso del fiume Metauro.
Disegni e testimonianze. Documentazioni rarissime dalla prospettiva a volte unica che nero su bianco raccontano il progetto urbanistico al quale Casteldurante era destinata.
Una città nata attorno all’abazia di San Cristoforo al Ponte e sviluppata tra le anse del Metauro. Residenza e ingegno architettonico ducale ma sempre distante dai fasti e dagli obblighi della rappresentanza. Luogo di riposo, di gioco, di caccia, di ritiro. Il fiume la matita che disegna gli spazi e il borgo con ponti e scalette attorno ad esso si intreccia e vive.
In questa discrasia tra spazio disegnato e spazio vissuto recuperiamo la storia della città. Il bombardamento del 1944, l’adeguamento della viabilità ai nuovi mezzi di trasporto, l’evoluzione del commercio e dei mestieri, le diverse esigenze quotidiane, il cambiamento di gusto e sensibilità.
Ad accompagnare le vedute, in un’operazione espositiva che tenta oltre alla diffusione e alla conoscenza degli inediti anche la ricostruzione percettiva di una città che non esiste più, troviamo alcune mappe catastali, fotografie, antiche vedute e documentazioni scritte sul paesaggio urbano di Casteldurante poi Urbania.
Al medesimo scopo si aggiungono in una piccola sezione le vedute attuali. Un laboratorio aperto di condivisione permanente per una mostra in divenire che si costruisce attraverso la stratigrafia delle letture paesaggistiche della città.